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Immagine del redattoreElisabetta Caracciolo

Africa Eco Race: la seconda settimana fino al traguardo sul Lago Rosa

Mercoledì 26 ottobre, tappa 8

Akjoujt - Akjoujt

Trasferimento 24 km - Speciale 423 km

AKJOUKT - Il primo anello per la tappa numero 8 di questa Africa Eco Race 2022 come previsto non è stato affatto facile complice anche un caldo asfissiante che dopo un giorno di leggera tregua è tornato a superare i 43°.

Poco più di 423 i chilometri fra dune e oued dove non è stato possibile passare data la tanta acqua caduta nei giorni scorsi in queste zone ed è per questo che ieri sera ai piloti è stato consegnato il road book con moltissime modifiche da apportare.

“Un paesaggio incredibilmente suggestivo – diceva Maurizio Gerini al traguardo, dopo aver vinto la sua terza prova speciale dall’inizio della AER. – Mi aspettavo di vedere Piero Angela uscire da qualche parte per parlare della natura e degli animali della Mauritania: spettacolare”. Scherza come sempre con il suo buon umore il pilota ligure dopo una speciale difficile, ammette, per la navigazione, ma non così dura in termini di terreno. “La navigazione sì era tosta e io speravo di riuscire a distanziare Svitko ma stamattina purtroppo, come ieri, siamo partiti separati da un solo minuto per cercare di abbreviare i tempi e così non potevo recuperare tanto. In più lui è un pilota esperto e sa benissimo quello che deve fare. Oggi dopo sei minuti dal via l’ho trovato che andava piano e mi aspettava, ora gli basta sorvegliarmi visto che è in vantaggio”. Gerini ha provato a inventarsi qualche trabocchetto nella navigazione, ma non c’è stato niente da fare e alla fine sul traguardo i due sono arrivati staccati da un solo minuto e ora lo slovacco domina la classifica assoluta con 2’46” di vantaggio. Alle loro spalle in terza posizione c’è Xavier Flick che ha chiuso terzo oggi, come la posizione che occupa nella classifica generale, con un distacco di 1h59’17” dal primo.

Sfortunata la giornata per Alessandro Botturi che dopo 300 chilometri sulle dune è rimasto a piedi per una panne alla sua Yamaha Ténéré 700. Raggiunto dall’elicottero il pilota di Lumezzane ha deciso di aspettare il camion balai perché il progetto dello Yamaha Ténéré World Raid Team deve assolutamente concludersi sul Lago Rosa. Se avesse preso l’elicottero Botturi si sarebbe ritrovato fuori gara, come previsto dal regolamento, e così ha deciso di stringere i denti, restare in mezzo alle dune, sotto il sole, ad aspettare. La stessa sorte è toccata anche a Lucio Belluschi che si è strappato il muscolo del bicipite nel cercare di sollevare la sua Yamaha bicilindrica dalle dune: “Non me la sono sentita di continuare perché se la moto mi fosse di nuovo caduta, o si fosse insabbiata, non sarei stato in grado di proseguire e di rialzarla”. Giuseppe Pozzo è rimasto fermo anche lui in prova per un problema all’iniettore e anche lui ha resistito fino all’arrivo del balai. Tutti gli equipaggi che oggi sono rimasti fermi in prova speciale sono stati assistiti dalle vetture mediche che ha dato acqua a tutti e ha controllato le condizioni fisiche di ogni singolo pilota.

In undicesima posizione oggi Massimiliano Guerrini (Husqvarna Solarys) che ha mantenuto lo standard della speciale di ieri, dopo purtroppo la caduta della sesta tappa che lo ha fatto scivolare in classifica assoluta. Rimontano in classifica assoluta auto Andrea Tronconi e Alberto Bertoldi su SSV Can Am che si assestano ora in terza posizione assoluta: oggi hanno chiuso in quarta posizione per meno di tre minuti dal terzo. Brutta giornata per il camion Unimog di Giulio Verzeletti e Beppe Fortuna che è attualmente fermo nelle dune con un problema al cambio. Speriamo si riesca a risolvere e che loro possano rientrare questa notte al bivacco.

La tappa di domani Akjoukt – Oued Naga, la nona dell’Africa Eco Race, prenderà il via di nuovo intorno alle 6,30 direttamente dal bivacco per una prova speciale di 411 chilometri ancora complicata e caratterizzata dai cordoni di dune e dalla sabbia. Al termine un trasferimento di 22 chilometri guiderà i concorrenti fino al bivacco di Ouad Naga.

Giovedì 27 ottobre, tappa 9

Akjoujt - Ouad Naga

Speciale 411,77 - Trasferimento 22 km

Ouad Ngaga – Doveva essere la tappa dei trabocchetti, delle trappole e dei trucchi in cui Maurizio Gerini (Husqvarna Solarys) voleva far cadere Stefan Svitko per cercare di recuperare il distacco e invece a sbagliare è stato proprio il pilota ligure che ha chiuso la nona tappa dell’Africa Eco Race in sesta posizione. A vincere Xavier Flick (Husqvarna) che conquista in questo modo la sua seconda vittoria in questa competizione ma resta comunque in terza posizione assoluta, alle spalle di Gerini e Svitko, ancora leader, con un vantaggio più importante. “Mi sono perso – ammetteva Gerini al bivacco, dove la temperatura non è mai scesa sotto i quaranta gradi. – Oggi le ho provate tutte, mi sono anche nascosto fra le dune per fare innervosire Svitko e cercare di recuperare i due minuti di distacco e secondo me il gioco stava funzionando”. Il pilota slovacco, secondo al traguardo della nona speciale, in effetti non fa molto in questo momento in prova speciale e si accontenta di seguire Gerini che è l’unico che può ancora spodestarlo dalla sua prima posizione. Le piccole trappole che il pilota Husqvarna ha messo in atto non sono servite e Gerini ha saltato una nota, sul road book, durante la gara ritrovandosi in una posizione sbagliata e proseguendo dritto invece di girare a destra come indicato. Purtroppo per lui la nota dopo era a venti chilometri e quindi prima di rendersi conto dell’errore ci sono voluti appunto 20 chilometri e poi altri venti per tornare indietro: “In effetti mi ero meravigliato di essere da solo – spiega ancora Gerry – e mi son detto, sta a vedere che ho azzeccato solo io la nota e sto seminando tutti gli altri…e invece era esattamente il contrario”. 43 i minuti che separano Svitko da Gerini ora a favore dello slovacco mentre Flick in terza posizione ha comunque un’ora e tredici di ritardo sul ligure. Bene anche oggi Massimiliano Guerrini (Husqvarna Solarys) ottavo al traguardo e Francesca Gasperi che ha ottenuto una quindicesima piazza davanti a Paolo Bellini, 16°con Stefano Chiussi 18°. Bene anche Pol Tarres, Yamaha Ténéré 700 che ha ottenuto il suo primo podio di giornata in questa AER 2022.

Non hanno preso il via stamattina Wolfang Piccardo, Alessandro Madonna e Francesco Puocci che hanno preferito giocarsi un jolly – questa gara permette di riposarsi e non disputare la speciale per due volte - per ripartire domani: hanno raggiunto il bivacco via strada mentre Salvatore Di Benedetto ieri è arrivato al bivacco, con la sua Yamaha ma ha dovuto dichiarare forfeit per un polso fratturato.

Sono ancora sul camion balai invece tutti i piloti che nella tappa di ieri sono rimasti a piedi: Alessandro Botturi, ma anche Stefano Turchi, Lucio Belluschi e e Giuseppe Pozzo stanno viaggiando verso il bivacco di Akjoujt e con loro anche il camion Unimog Mercedes di Giulio Verzeletti al traino di uno dei camion balai. L’Africa Eco Race è l’unica gara al mondo che recupera anche i mezzi a quattro ruote dalla speciale: in altre competizioni vengono lasciati sul posto e ai piloti, o ai team, viene detto di recuperarseli da soli. La caparbietà degli equipaggi dei camion soccorso della gara però ha fatto sì che tutti collaborassero al recupero degli italiani su Mercedes e ora dovrebbero raggiungere il bivacco di ieri e partire poi, entro questa notte per il bivacco di Ouad Ngaga.

Domani decima e penultima tappa. Sarà la seconda ad anello con partenza e arrivo dallo stesso punto: i piloti alla mattina entreranno da subito in prova speciale per un totale di 456 chilometri con un trasferimento finale di 22 fino al bivacco, esattamente come oggi. Di nuovo il programma prevede sabbia e cordoni di dune e dovrebbero essere gli ultimi per questa 14. edizione. Le moto partiranno nuovamente molto presto, intorno alle 6,30 in modo tale da poter viaggiare con il fresco mattutino.

Venerdì 28 ottobre, tappa 10

Ouad Naga- Ouad Naga

Speciale 456 km

Ouad Naga – Mancano due tappe alla fine dell’Africa Eco Race 2022, o meglio, ne manca una, quella di domani, 29 ottobre, perché la speciale del Lago Rosa non ha mai fatto parte della gara, ma vive come Trofeo a sé, con un vincitore specifico e una sua classifica, senza rientrare però nella classifica generale della competizione.

Domani mattina dunque, ultima speciale, in Mauritania perché quella prevista in Senegal è stata cancellata: “la tanta pioggia e le inondazioni delle scorse settimane hanno fatto crescere una vegetazione foltissima e praticamente la speciale dove dovevamo passare non esiste più” ha spiegato l’organizzazione al briefing.

Una speciale di 122 chilometri dunque, rappresenterà l’atto finale della gara che al momento vede al comando Stefan Svitko (KTM) nella classifica moto, con un vantaggio di 53’ su Maurizio Gerini che oggi, nella decima tappa, ha commesso un altro errorino di navigazione e al traguardo ha chiuso secondo ma con 7’27” di ritardo dallo slovacco. Alle spalle dell’italiano l’inossidabile Pal Anders Ullevalseter (KMT) che dall’alto dei suoi 52 anni è uno degli esempi migliori di questa gara e dietro di lui i più giovani Pol Tarres (Yamaha) e Xavier Flick (Husqvarna).

“La speciale più bella della mia carriera – ha confessato al traguardo Stefan Svitko” e sono tutti unanimemente d’accordo sulla bellezza di una speciale straordinaria. Gli oltre 50 gradi

di temperatura però hanno piegato ogni pilota, senza eccezioni: molti si sono accasciati a terra sulla linea del traguardo, altri hanno chiesto acqua e zucchero, qualche cosa che potesse ridar loro un po’ di forza, abbastanza da affrontare l’ultimo trasferimento di 22 chilometri fino al bivacco di Ouad Naga, infuocato, bollente.

Alessandro Botturi partito in 34. posizione stamattina ha ottenuto una settima piazza con una speciale magnifica che ha patito particolarmente visto l’odissea nel deserto che ha vissuto negli ultimi due giorni: stanco ma contento di essere al traguardo e soprattutto di terminare una gara che gli ha dato tanto: “Ho vinto due volte l’Africa Eco Race e devo rispetto a questa gara e questo significa finirla, arrivare al traguardo”.

Una lezione di grande moralità quella di Botturi che domani attaccherà nell’ultima ps con la sua Ténéré 700 sperando magari di ottenere la sua seconda vittoria di speciale.

Nelle auto vittoria di Eric Schiano – nigeriano ma con origini siciliane – ed è la prima in questa gara: con il Polaris di Xtreme Plus e la sua copilota Camille Pourchier ha ottenuto un risultato in una speciale che da vicino gli ha ricordato il suo Paese. Sfortunati gli italiani Andrea Tronconmi e Alberto Bertoldi che dopo un capotamento ieri nelle dune con il loro Can Am oggi hanno sofferto per altri problemi meccanici e sono rientrati dalla speciale direttamente al bivacco dopo pochi minuti dal via.

Domani dunque, ultima speciale ufficiale di questa Africa Eco Race con 36 chilometri di trasferimento fino a El Jnawen da cui prenderà il via il settore selettivo di 122, 21 chilometri. Da lì inizierà il trasferimento che porterà l’intera carovana del rally a passare la frontiera mauritana per entrare in Senegal. Il bivacco di domani sera sarà a Diama, dopo pochi chilometri dalla frontiera.

Sabato 29 ottobre, tappa 11

Ouad Naga - Diama 456 km

Trasferimento 36,55 km - Speciale 122,21 - Trasferimento 280 km

Diama – Stefan Svitko (KTM), Philippe Gosselin e Christophe Crespo su Buggy Optimus, con Tomas Tomecek su Tatra sono i vincitori della 14. edizione dell’Africa Eco Race.

Con loro sul gradino più alto del podio per le categorie ci sono Jean Dagher e Patrick Antoniolli su Can Am, primo SSV al traguardo, Pal Ander Ullevalseter (KTM) per la categoria Veteran e Robbie Wallace per la Junior, Pol Tarres primo bicilindrico al traguardo con la sua Yamaha Ténéré 700 e Xavier Flick, primo della classe Malle Moto, senza assistenza.

Il primo quad al traguardo è Zdenek Tuma, ceco, su Yamaha e al traguardo sono arrivati 36 piloti moto dei 51 partiti e 11 di questi sono italiani. L’unico SSV italiano al via, il Can Am di Andrea Tronconi e Alberto Bertoldi ha concluso 11° assoluto e ottavo degli SSV al via e se non fosse stato per i due capotamenti collezionati in queste ultime due giornate di gara i due avrebbero combattuto fino all’ultimo momento per il podio.

Fra i camion secondo posto di categoria e 14° in classifica generale per Giulio Verzeletti e Beppe Fortuna su Unimog Mercedes che vincono anche la classe riservata alle cilindrate sotto i 10000 cc.

E poi ci sono le moto a cominciare da Maurizio Gerini (Husqvarna Solarys) che chiude in seconda posizione staccato di un’ora dal vincitore slovacco mentre il francese Xavier Flick (Husqvarna) conquista la sua prima posizione nella categoria Malle Moto, nonché il terzo posto assoluto. Tutti e tre i piloti sul podio sono all’esordio nell’Africa Eco Race e tutti e tre unanimemente hanno dichiarato che si tratta di una gara davvero impegnativa, estenuante, resa ancora più complicata dal caldo asfissiante che ha sempre dondolato fra i 35 e i 57 gradi. Si sapeva fin dall’inizio che lo slittamento a ottobre non sarebbe stato l’ideale per le temperature alte nel deserto, ma di sicuro non ci si poteva aspettare un tale record: d’altra parte anche in Europa i 25° di questi giorni nelle principali capitali rendono sempre più chiare le difficoltà climatiche che il nostro pianeta sta affrontando.

Cambiamenti climatici che hanno costretto l’Africa Eco Race a rimettere spesso mano ai percorsi, tracciati a inizio anno e ricontrollati verso inizio estate, per le piogge e le inondazioni che hanno interessato sia la Mauritania sia il Senegal che oggi, si è presentato agli occhi dei concorrenti, che hanno attraversato la frontiera di Diama, come un enorme lago con vegetazione rigogliosa e altissima.

Il secondo italiano al traguardo in realtà è un’italiana, ed è l’incredibile e bravissima Francesca Gasperi alla sua prima gara vera, lunga, in terra africana, quindicesima assoluta ma capace di concludere alcune speciali addirittura nella top ten. Agguerrita e veloce, ma nello stesso tempo prudente, la Gasperi su Honda ha disputato una gara perfetta, attaccando il giusto ma conservando sempre un margine e guidando all’80 per cento per non sprecare quelle energie a cui è riuscita ad attingere ogni giorno con grande caparbietà.

Alle sue spalle Paolo Bellini (KTM) e Stefano Chiussi (Husqvarna) rispettivamente sedicesimo e diciassettesimo, con Massimiliano Guerrini 22° davanti ad Alessandro Botturi, 24°e secondo nella categoria 700 bicilindrici con Wolfang Piccardo terzo di questa categoria e 25° al traguardo. Gli altri piloti italiani sono Lucio Belluschi, anche lui su Ténéré 700, 29°e Francesco Puocci 30° con Giuseppe Pozzo 33° e il coraggioso Alessandro Madonna, coraggiosamente al via con una Yamaha Ténéré 600 del 1988, trentaseiesimo. Lungo la strada l’Italia ha perduto Fabio Vettore, rimpatriato oggi in Italia dalla Mauritania, dopo una brutta caduta e Salvatore di Benedetto che con un polso rotto è stato costretto a fermarsi così come Giulio Ciabatti e Stefano Turchi.

Domani ultima prova speciale fuori classifica, però. Da sempre il tradizionale settore selettivo intorno al Lago Rosa vive di vita propria il che significa Gran Premio del Lago Rosa e un vincitore specifico. Partenza in linea sulle rive dell’Oceano e arrivo sul podio finale dell’Africa Eco Race intorno alle 11 di mattina per la grande festa finale dell’unica prova al mondo che attraversa in quindici giorni due Continenti e quattro diverse Nazioni.

Domenica 30 ottobre, tappa 12

Diama-Dakar

Trasferimento 230 Km - Speciale 20,93 - Trasferimento 48,15

L'ultima speciale della 14. edizione denominata Gran Premio del Lago Rosa ha assistito all'ultima vittoria di Stefan Svitko, KTM, che in questo modo impone il suo sigillo alla

competizione africana. Alle sue spalle sulla sabbia dell'oceano, prima e del lago Rosa dopo, il francese Xavier Flick, staccato di 4 secondi e Robbie Wallace a 12". Gli italiani si piazzano in quarta e quinta posizione, Maurizio Gerini e Alessandro Botturi, con Francesca Gasperi undicesima.

La 14. edizione dell’Africa Eco Race va in archivio dunque, e in futuro, quando la si cercherà, si potrà trovare sotto la parola ‘difficilissima’ o ‘durissima’. Mai prima di quest’anno, a detta di quasi tutti, la gara era stata così esigente ed è per questo che all’ultimo briefing Jean Louis Schlesser ha annunciato a sorpresa che a tutti i partecipanti di questa edizione sarà regalato un buono di 1500 euro per la prossima, a marzo 2023.

“Un regalo più che meritato – ha spiegato Schlesser – perché avete sofferto tantissimo in questa gara e voi siete stati all’altezza del sacrificio e dello sforzo enorme. Vi meritate una ricompensa”.

Il caldo senza precedenti di questa prova disputata per la prima e probabilmente anche per l’ultima volta a ottobre non ha mai abbandonato la competizione, neanche ieri sul Lago Rosa dove oltre a 40 gradi di temperatura c’era anche una umidità insopportabile.

Gioia, emozione, commozione e festa sono stati gli ingredienti di un gran finale sulle rive di quel Lago che ha fatto la storia dei rally raid e quasi tutti i piloti sul podio finale hanno ammesso di aver realizzato un sogno. Con motivazioni diverse, molti dei piloti che sono arrivati al traguardo hanno esaudito un desiderio importante: chi lo ha fatto al fianco del padre, chi con la moto che era di suo papà, scomparso da poco, chi per dedicarlo a un amico che non c’è più. Comunque sogno, come quello di Pol Tarres che al secondo rally raid della sua vita conquista un quinto assoluto in una gara difficilissima e vince la categoria 700 bicilindrici regalando un’emozione non da poco allo Yamaha Ténéré World Raid Team: “non mi svegliate per favore – ripeteva al traguardo – sto ancora sognando”.

Si conclude dunque, questa avventura di 17 giorni a Dakar, composta da 5951 km, partita da Montecarlo e approdata in Marocco attraversando poi la Mauritania e il Senegal, e mentre cala il sipario sulla 14. edizione si parla già della 15 che si trova praticamente dietro l’angolo. A marzo 2023, dall’11 al 25 si correrà di nuovo questa competizione che ha dimostrato di avere il coraggio di mettere i piloti ancora una volta davanti a speciali magnifiche ma impegnative, lunghe, estenuanti, esattamente come aveva fatto Thierry Sabine quando aveva creato la sua Dakar. “Io vi porterò alle porte dell’avventura ma starà a voi sfidare il deserto (o il destino a seconda delle traduzioni)” diceva il leggendario inventore della Dakar, e mai come questa volta questa frase è riaffiorata alla memoria. Perché Africa Eco Race significa la vera Africa, i veri rally raid, lo svenimento al traguardo, il pianto liberatorio alla fine di una tappa impossibile, la solidarietà, aspettarsi in mezzo alle dune per aiutarsi e arrivare insieme a fine tappa.

Una competizione vissuta intensamente che lascerà il segno e tutti i vincitori hanno promesso di ritornare, così come coloro che non l’hanno finita, o che ambiscono a un risultato migliore. Perché la sfida con se stessi e con un terreno così esigente sono ancora importanti nell’animo e nel cuore di chi ama questo sport.

Foto - Credits: Alessio Corradini

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